IL Maestro Chevrier alla mostra “Dal secondo Futurismo all’Arte Concreta e dintorni 1920–1970″

Mostra-Maon-locandinda




Dal secondo Futurismo all’Arte Concreta e dintorni 1920 – 1970

Manifesto della mostra

 

 

 

Al Museo MAON nel centro storico di Rende, provincia di Cosenza, il 25 ottobre 2014 è stata inaugurata la mostra “Dal secondo Futurismo all’Arte Concreta” a cura di Tonino Sicoli, Bruno Corà, Massimo Di Stefano, Leonardo Passarelli. La mostra vuol porre l’attenzione sugli sviluppi presi dalla linea della  ricerca astratta nelle pittura del Novecento; ricerca sviluppatasi certamente dal geometrismo  scompositivo delle poetiche cubo-futuriste di inizio secolo per orientarsi successivamente verso una sempre maggiore delineazione di un astrattismo puro, razionalista e concretista.

Antonio-Marasco-Donna-allo-specchioCosi in Italia il Secondo Futurismo, distaccandosi progressivamente dal dinamismo plastico boccioniano ha intrapreso una direzione astratta, con forme elementari e con colori a stesura bidimensionale. L’Aeropittura, che caratterizza il Futurismo degli anni Trenta si cimenta nella rappresentazione dello spazio nel senso della dimensione verticale, verso l’alto. Al movimento sul piano cioè di tutto ciò che si muove sul terreno (l’uomo, gli animali, l’automobile, il treno) tipico dei futuristi più “tradizionali” (Severini, Corona, Conti, Rizzo…) gli aeropittori sostituiscono il volo aereo, con conseguenti prospettive dall’alto e ritmi ascensionali (Sironi, Tato, Marasco, Crali, Thayaht, Oriani, D’Anna…)



Sempre negli anni Trenta a Milano la galleria Il Milione di Gino Ghiringhelli comincia a presentare alcuni padri dell’astrattismo internazionale come Kandinsky (1934), raccogliendo progressivamente attorno ad essa i fautori della nuova ricerca astratta italiana (Soldati, Reggiani, Carmassi, Radice, Licini…)Il rifiuto della realtà naturale, cioè di una natura da prendere a modello, prima ancora di estrinsecarsi nel realismo artificiale di marca urbana, intorno alla metà degli anni Quaranta si sviluppa verso una pittura legata ancora alla realtà ma capace di interpretarne la struttura e il suo geometrismo interno. La ricerca degli artisti di questo periodo è variamente articolata e dà vita a gruppi e esperienze diverse, che trovano nel M.A.C. (Movimento Arte Concreta) un punto di sintesi e di radicale azzeramento di ogni intento rappresentativo e psicologismo. L’arte si cimenta con la natura del linguaggio, ne sperimenta le strutture e ne elabora le forme, articola superfici, analizza colori e crea nuove spazialità. Questo clima culturale influenza tanti artisti a Milano, a Roma, Torino, Firenze e in tante altre città italiane. Già il Nuovo Fronte delle Arti nel 1947, proseguendo l’esperienza di Corrente, era stato il primo gruppo a porsi in maniera critica verso la retorica novecentista guardando all’arte europea. Tanti mantengono una posizione di contiguità.

1951 Composizione


Nel 1948 il MAC segna una svolta animando il dibattito culturale in Italia e stabilendo convergenze e punti di incontro con tanti artisti che vivono una profonda esigenza di rinnovamento e di rifondazione dei metodi e delle finalità dell’arte. Attorno a Soldati, Munari e Dorfles si aggregano, fra gli altri, Bertini, Chevrier, Veronesi, Garau, Nigro, Sgroppo, Bordoni. Tanti mantengono una posizione di contiguità. Il gruppo Forma 1 (1947) sostiene una linea di ricerca non figurativa, attenta agli aspetti formali del linguaggio ma dall’impegno civile (Dorazio, Accardi, Perilli, Turcato…);




Mimmo-Rotella-SinfoniaRotella dal 1946 al 1950 pratica una pittura che progressivamente si allontana dal realismo, sperimenta i ritmi geometrici e i valori puri del segno grafico, compie una ricerca sulle origini stesse della forma, che gli sarà poi preziosa per la strutturazione dei successivi décollages.




Burri da solo e col gruppo Origine (1950) si indirizza verso l’espressività “originaria” dei materiali, all’indagine linguistica più libera e all’esaltazione delle componenti concettuali quali fondamenti dell’arte moderna avanzata. Si compie così una percorso di rivoluzionamento linguistico ed estetico, che abbraccia le arti visive ma anche le avanguardie letterarie, teatrali, musicali, il costume e quant’altro nella cultura contemporanea è stato influenzato da questi artisti innovatori e radicali movimenti del Novecento.